PAOLO FRANCESCHINI QUARTO ALL’HIMALAYAN HIGHEST MTB RACE

Paolo Franceschini, attore e comico ferrarese, è rientrato in Italia, dopo il prestigioso risultato (da non professionista) ottenuto nella competizione più alta del mondo, la HHMR – Himalayan Highest MTB Race, andata in scena nel Ladakh dal 4 al 9 luglio.

La preparazione (legata alla quota, perché il dislivello totale è stato di 9000m) è cominciata 6 mesi fa, con una tabella programmata con preparatore e nutrizionista, indispensabile per affrontare la gara, e allenamenti 5 volte a settimana. Il tutto per affrontare, un pò per gioco un po’ per curiosità, la prima sfida da vero atleta.

“Ho trascorso 2 settimane in Nepal, di cui 1 di solo allenamento, utilizzando il giorno prima della gara come tappa di avvicinamento; – racconta il comico ferrarese – si dormiva in bivacco, senza servizi igienici, in puro stile “wild” ed è stato anche questo il fascino di questa avventura. Un’esperienza che mi ha lasciato molto.

La mattina sveglia con i locali dei villaggi che ci portavano il tè, e poi alle 8 partivano le gare. Sono arrivato terzo in 2 delle 5 tappe ma per la classifica generale sono quarto, ma va benissimo così!

Abbiamo fatto 5 tappe su 6 previste inizialmente, ma una è stata cancellata causa molta neve scioltasi per il livello delle temperature estive e la strada totalmente allagata.

La competizione si è svolta lungo 3 passi: Tangangla, Waryla e Kardungla, a 5602 metri, il passo più alto del mondo. Tra vette e paesaggi veramente impagabili.

Il viaggio è stata anche un’occasione per la solidarietà: il 2° giorno abbiamo infatti consegnato materiale vario a una scuola, in collaborazione con la Casa del Tibet Nomadic Residential School Puga; qui il governo indiano sta costruendo edifici in territori di popolazioni nomadi che vivono di pastorizia, ad oltre 4000 metri, con l’obiettivo di scolarizzare le popolazioni più svantaggiate. E per gli 82 bambini ospiti, mini show finale con cabaret!

L’ultimo giorno il momento più difficile, proprio sull’ultima tappa, ad oltre 5500 metri, senz’aria, e con gli ultimi 3km su una strada distrutta, completamente senza fiato. Me la sono vista brutta, ma ho giocato le ultime energie e l’arrivo è stata un’emozione indimenticabile”.