Dall’Everest un messaggio per la sostenibilità ambientale

Paolo Franceschini, comico di professione e biker per recente vocazione, ha sfidato le vette del Nepal: in bici a toccare il Campo Base Everest per raggiungere un record da Guinness con il suo spettacolo comico-sostenibile più alto del mondo. Imprevisti e difficoltà fanno parte di ogni impresa, ma l’esperienza motiva la vita e a ripartire per nuovi progetti.

Il comico ferrarese Paolo Franceschini ha portato a termine una nuova prova in mountain bike: raggiungere il Campo Base dell’Everest a quota 5270 metri sul livello del mare; precisamente è arrivato nel luogo dove ha sede il Laboratorio Internazionale Piramide che ha ospitato numerose missioni scientifiche in materia di cambiamenti climatici e sostenibilità ambientale. La sfida che il “comicista” (come ama definirsi Paolo stesso, cioè un po’ comico e un po’ ciclista) non ha avuto infatti solo carattere sportivo, ma motivazionale e di promozione ai valori della difesa dell’ambiente.

L’approdo in terra nepalese è avvenuto il 17 aprile: ha alloggiato con il suo gruppo in una guest house per poi visitare la Tashi Orphan School, una scuola/orfanotrofio aperta dal monaco tibetano Lama Tashi; da Katmandu in aereo a Luckla e poi la partenza con il trekking verso il Campo Base: -20° in quota contro i 25° di norma. Si parla di trekking proprio perché la salita verso l’Everest, che Franceschini ha voluto condurre in mtb, in realtà non è adatta alle due ruote! Attraverso sentieri alternativi tra piccoli villaggi, il comicista è riuscito a rimanere in sella il più possibile, solo qualche volta caricandosi obbligatoriamente il mezzo in spalla!
Il 25 aprile si è esibito in vetta davanti a un pubblico eterogeneo (italiani, nepalesi, indiani, israeliani e neozelandesi), tra questi anche Kami Rita Sherpa, Guinnes World Recordman di scalate sull’Everest che dopo lo spettacolo è ripartito per la sua 23ª ascesa.

«Arrivare all’EBC [Everest Base Camp] è stata una faticaccia» ci conferma ancora adrenalinico Paolo «perché, anche se già ne eravamo consapevoli, è un percorso non adatto alle bici che, per questo motivo, ci siamo caricate in spalla. E man mano che si sale l’ossigeno cala e la fatica aumenta. Abbiamo dormito in lodge dove non c’è riscaldamento e di notte si va sotto zero. Ha fatto freddo ma ci ha accompagnato il sole (fino a metà giornata perché poi puntuale arrivavano le nuvole e a volte neve). Lungo il percorso siamo diventati gli idoli di tutti che non credevano potessimo fare realmente sta cosa in bici!».

In effetti la fatica fisica è una delle principali prove durante questo tipo di sfide che si accompagna agli imprevisti e poi alla fatica psicologica: «Ci sono stati momenti duri: innanzitutto la crescita dell’altitudine che ti fa sentire dolori ovunque; poi, a livello pratico, è successo che nel viaggio di ritorno dall’Everest a Katmandu abbiamo rischiato di perderci! Ci avevano detto che potevamo tranquillamente pedalare per qualche giorno: In realtà, complice il paesaggio impervio, ci siamo persi e abbiamo rischiato di non tornare. In generale mi sono accorto quanto sia importante rimanere calmi e come mi abbia aiutato l’esperienza di meditazione che avevo fatto in passato».

Molte sono le immagini di cui Franceschini farà tesoro e di cui si farà interprete anche nella sua Ferrara e in giro per l’Italia: «Ho conosciuto tanta gente speciale e ho visto da vicino una porzione di mondo che non conoscevo. Una terra straordinaria in cui vive gente che merita di mantenere intatta la propria cultura». Un messaggio importante che ben si situa inoltre in questo 2019, anno internazionale delle lingue indigene.

In attesa che il direttivo del World Guinness Record valuti la documentazione e ufficializzi lo show sull’Everest come lo spettacolo comico-sostenibile più alto del mondo, Paolo è già di nuovo in sella alla sua bicicletta per proseguire nell’intento di sensibilizzare tutti quanti ai temi dei cambiamenti climatici e della necessità di prestare maggiore attenzione all’ambiente che ci circonda. Ricordiamo che il primo marzo scorso ha messo in scena uno spettacolo sostenibile durante la giornata dedicata a “M’illumino di meno”, l’iniziativa lanciata nel 2005 dalla trasmissione Caterpillar di Radio 2 allo scopo di sensibilizzare tutti a un comportamento sostenibile con un occhio di riguardo agli sprechi, al riciclo e all’ambiente. Paolo ha intrattenuto il pubblico su un palco illuminato soltanto da fari di biciclette. Su questa scia e forte dell’esperienza nepalese, partirà per un tour pedalando attraverso le province della sua regione seguito dalle telecamere, così da realizzare un documento video da trasmettere sui principali canali televisivi: la sua comicità continuerà ad aiutarlo nella promozione di contenuti fondamentali sui quali riflettere tra cui certo l’importanza dell’attività fisica, del turismo lento e soprattutto l’argomento di ormai più che stringente attualità della sostenibilità ambientale.

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